GLI ARCHITETTI RILANCIANO SULLA PROGETTAZIONE DOC

 

 

di Virginia Volpe 

 

da IL SOLE 24 ORE 05-03-2008

 

L'Ordine degli architetti in campo per difendere la qualità della progettazione. Gli architetti rilanciano sulla progettazione «doc». Dai professionisti della capitale una proposta per rivedere il Codice degli appalti. Diritto d'autore e più autonomia per tutelare la qualità. Dare nuova autonomia e dignità all'attività di progettazione. E questo l'imperativo dell'Ordine provinciale degli architetti di Roma che, insieme ad un gruppo di altri Ordini provinciali, ha collaborato alla stesura di un disegno di legge quadro sulla valorizzazione della qualità architettonica e la disciplina della progettazione che delega il Governo alla modifica del codice degli appalti. Lo scioglimento delle Camere ha temporaneamente sospeso il progetto, ma c'è l'intenzione di presentarlo, nella prossima legislatura. «Il problema principale - spiega Amedeo Schiattarella, presidente dell'Ordine della capitale - è che il progetto diventa l'anello debole nel processo di trasformazione del territorio, schiacciato tra la fase politico-amministrativa e la fase di realizzazione portata avanti dall'impresa. Dobbiamo dare importanza alla progettazione, sempre sacrificata agli interessi della committenza, pubblica e privata, sottraendola al Codice e dotandola di un'apposita legislazione come è stato fatto in Francia e Gran Bretagna». I punti salienti della proposta di legge riguardano innanzitutto il riconoscimento dell'attività di progettazione come opera di ingegno e come tale tutelata dal punto di vista del diritto di autore. Inoltre si chiede che l'attività progettuale mantenga una sua autonomia e non possa essere affidata interamente alla gestione ed al controllo dell'impresa. Per salvaguardare l'unitarietà si propone anche che la progettazione preliminare, definitiva, esecutiva e la direzione del lavori siano affidate al medesimo soggetto. Infine si auspica che il concorso di progettazione diventi il sistema prioritario per l'assegnazione degli incarichi al fine di dare maggiori possibilità ai giovani e favorire il ricambio generazionale. L'Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori di Roma, che conta 15 mila iscritti, è stato protagonista, negli ultimi otto anni di un grande cambiamento. «La classe politica ha iniziato a guardare con interesse all'architettura - spiega Schiattarella - e la nascita della Casa dell'Architettura (istituzione culturale ed espositiva e sede dell'Ordine nel cuore del quartiere Esquilino, nata nel 2002 da un accordo tra Comune di Roma, ndr) lo dimostra. Prima Roma era rimasta fuori dai grandi circuiti internazionali».

E mentre la capitale fa da traino, in provincia il carattere identitario del territorio è spesso latente. Proprio per ribaltare questo rapporto tra Roma e la provincia è stato organizzato dall'Ordine il concorso «Amate l'architettura, Cento progetti in provincia», patrocinato dalla Provincia di Roma, dal Ministero dei Beni Culturali e l'Autorità portuale di Civitavecchia. Sono stati raccolti 300 progetti di opere realizzate o da realizzare nel territorio provinciale di Roma, a Civitavecchia, Tivoli e Colleferro. Tra questi ne sono stati selezionati 100 da esporre in mostre organizzate nelle tre cittadine laziali. Dopo una prima tappa del tour alle antiche pescherie del porto di Civitavecchia, dal 14 al 16 marzo i progetti saranno visibili nelle ex cartiere del santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, e, successivamente, dal 4 al 6 aprile nel sito industriale dimesso di Colleferro. L'idea migliore sarà premiata il 15 aprile alla Casa dell'Architettura, dove, fino al 22 aprile rimarranno esposti tutti i 100 progetti in concorso. L iniziativa è volta a sensibilizzare i professionisti iscritti, le amministrazioni pubbliche e i committenti privati sulla necessità di interventi architettonici e urbanistici di alto livello progettuale. Con l'intento di comunicare che la riqualificazione delle aree degradate, i restauri del patrimonio monumentale e le riconversioni delle aree industriali dimesse possono contribuire alla valorizzazione del territorio provinciale, al suo rilancio economico e all'incremento dei flussi turistici.