Casa sull'Appia Antica [interiors.2019]
Passaggi Vs. Paesaggi.
In questo interno le scale potenziano l’intenso legame formale che già di natura hanno con la sezione
attraverso la scelta del materiale e dei colori, si pongono come elemento tridimensionale di grande
richiamo visivo.
E’ una casa su quattro piani e tre scale, ognuna diversa:
denudate dalle superfetazioni che le opprimevano e rese “finalmente” protagoniste di un segno unitario,
disegnano lo spazio, dividendo il percorso verticale in più stazioni, diversificate dalle funzioni dello “stare”.
Queste scale raccontano i passaggi attraversati che si tramutano in paesaggi interiori, ma non solo:
narrano il sentire dell’uomo che le attraversa
modulando la luce non nella sua potenza luminosa
ma nella sua inestinguibile forza nel fare emergere altro
- l’altro - nella sua variabilità, nella sua interazione.
In alcune viste dialogano tra di loro, a due, creando soste e facendo sì che l’incanto sia sempre dietro
l’angolo, per la luce e l’ombra(naturale/artificiale) mai uguali a sé stesse, per le trasparenze, per la
sovrapposizione e per il colore.
Sono state realizzate in cemento armato e rivestite con lastre continue di grès colorato: azzurro- avio,
verde-salvia, beige-oro. Le ringhiere realizzate in lamiera, con forature a controllo numerico.
Qui la luce è solo un singolo breve momento di un’esperienza.
In this interior the stairs enhance the intense formal bond the already have with the section throught the
choice of material and colors, they are a great three-dimensional element visual appeal.
This is a house on four floors and three staircases, each different: denidet of the superfluous that
oppressed them and made them “finally” protagonists of unitary sign, they draw the space, dividing the
vertical path into several station stops, diversified by the functions of “staying”.
These staircases tell the passages crossed that turn into inner landscapes, but not only:
they narrate the feeling of the man who crossed them
modulating the light not in its luminous power
but in its inextinguishable power in making it emerge the other
– the other – in its variability, in its interaction.
In some views they talk to each other, to two, creating stops and making sure that the stupor is always
behind the angle, for the light and shadow (natural/artificial) never equal to themselves, for the
trasparencies, for the overlap and for color.
They were made of reinforced concrede and covered with continuous slabs of colored stoneware: blueavio,
green-sage, beige-gold. Railings made of sheet metal, with numerical control holes.
Here the light is just a single brief moment of an experience.